"Stipendio" avvocato

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  1. radiofreedom
     
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    Ciao a tutti, come molti indeciso se continuare la strada del lavoro in Italia oppure recarmi all'estero per cercare lavoro, vorrei chiedere a chi esercita la professione di avvocato da più tempo quale sia la situazione economica e contrattuale dell'avvocato come "dipendente" in uno studio legale.

    In particolare, quali sono le offerte in città come Roma o Milano? Ci sono proposte contrattuali da lavoro dipendente oppure a partita iva e a quanto ammonta lo stipendio più o meno che danno ad un avvocato?

    Per abbreviare i termini della discussione, affinché sia anche proficua per successivi forumisti che leggeranno, chiederei di tralasciare sulle opinioni personali del tipo "è uno schifo", "è dura", "lascia perde", "cambia lavoro", "sparati" etc, cercando di rimanere su dati oggettivi.

    Grazie mille a tutti
    Alla prossima
     
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  2. Andromeda3
     
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    Premesso che non sono dell'idea che si dovrebbe scegliere la propria carriera in base allo stipendio che questa potrà darti (come chi sceglie di fare il magistrato o il medico "perché si guadagna bene", le conseguenze sono aberranti), non credo nemmeno che si debba lavorare per la gloria.
    Alla tua domanda posso rispondere solo in un modo: chiediti perché le iscrizioni a giurisprudenza (almeno al Nord) sono diminuite vertiginosamente; chiediti perché non ci sono quasi più praticanti (anche se a Napoli, mi dicono, la situazione è all'opposto). Ti basterà partecipare ad una qualsiasi conferenza sulla riforma Orlando, per esempio, per capire la crisi NERA che si sta abbattendo su questo settore: avvocati e magistrati (seri) sono disperati; disperati per le condizioni in cui son costretti a lavorare.

    Ultimerò tra poco il mio primo semestre di praticantato e come esperienza posso dirti che è stato interessante, gratificante dal punto di vista conoscitivo e di apprendimento ma anche molto faticosa:non per la quantità di compiti che mi sono stati assegnati (ho avuto la fortuna di lavorare da subito sul campo, mi hanno messa immediatamente a scrivere, a fare le commissioni e ad interagire coi magistrati) ma per l'insoddisfazione economica che hai dopo mesi di duro lavoro e dopo tutte le ore passate a scervellarti ed a studiare.
    Lo "stipendio" - se così può chiamarsi - dipende dallo studio in cui ti collochi: ma mettiti il cuore in pace e non arrabbiarti se riceverai anche solo 200/300€, anzi, reputati fortunato.
    Ci sono addirittura studi rinomati che ti dicono: "Noi non ti paghiamo, ma ti diamo una grande preparazione". C'è chi dice no al colesterolo, io dico no allo schiavismo (anche perché tutta questa preparazione è tutta da dimostrare).
    Ma ci sono anche grandi studi (e intendo GRANDI) dove ti pagano 1.000/1.500€. Ma non farti abbagliare dalle grandi strutture; io, ad esempio, di andare a fare il dipendente di qualcun altro non ci penso nemmeno (o non conoscere nemmeno il mio dominus/la mia domina): non voglio aver in futuro l'ansia di non poter agire come credo, ad esempio per paura di un possibile licenziamento. Considera anche che nei grandi studi molto spesso ti mettono a fare "l'operaio specializzato", dove magari dovrai fare per tutta la vita solo decreti ingiuntivi. De gustibus, oltre ad essere la mia personale visione.
    La situazione, parlando con futuri colleghi, non cambia di molto quando diventi avvocato. Ci sono giovani avvocati piazzati in studi legali come dipendenti che guadagnano 500€ al mese.
    Comunque, gente che ha tanto lavoro ce n'è, ma non è più la professione di una volta (parlo sempre per esperienze personali).

    In sostanza, le cose stanno cambiando, io mi sto guardando intorno per capire quale strada prendere e mi sto impegnando strenuamente ogni giorno, anche se le soddisfazioni economiche sono pressoché inesistenti al momento. Il percorso è molto personale e solo impattando autonomamente con questa realtà potrai capire cosa vorrai fare. Non scoraggiarti, se davvero ti interessa fare l'avvocato, provaci. Il futuro ce lo costruiamo da soli.

    Ti consiglio di credere in qualsiasi cosa andrai a fare, perché non basta la prospettiva di un lauto stipendio per fare un vero professionista.

    In bocca al lupo.
     
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  3. seppietta
     
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    Io posso parlare per me, ho rinunciato al mio stipendio da manager in aziende nazionali e multinazionali per fare l'avvocato, scelta molto dura inizialmente dal punto di vista economico e in parte tuttora, non per la scarsità di clienti, ma per la scarsità di clienti paganti e per i costi fissi altissimi da sostenere. Tra affitto, stipendi dei collaboratori, della segretaria, cancelleria, benzina, spese vive varie diciamo che è dura, ma di tutte le professioni fatte questa non la cambierei per nulla al mondo.
    Dovresti trovare uno studio che ti possa insegnare tutto dalla pratica processuale e di studio alla parte manageriale e imprenditoriale. Bisogna curare moltissimo le pubbliche relazioni e il cliente. Io ora ho 4 collaboratori (non certo pagati 500 €) una assistente e vari corrispondenti, le tasse sono altissime e si sta sempre col bilancio precario, ma è una professione bellissima.
     
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  4. Andromeda3
     
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    Condivido tutto ciò che ha detto Seppietta ed in particolare il grande problema dei "clienti non paganti". Se poi ti piacerà il settore penale (come nel mio caso, anche se la pratica la svolgo anche in civile), preparati a farti "grasse risate" per evitare di metterti a piangere.

    Da praticante quale sono ti dò un consiglio: valuta BENE cosa ti dice il dominus/la domina che vorrebbero assumerti, fai loro domande di cosa effettivamente abbiano bisogno e se capisci che vogliono metterti a fare la segretaria (con tutto il rispetto), allora non hanno bisogno di un praticante; non lavorare gratuitamente (ricordati che all'inizio è l'avvocato che è una risorsa per te ma poi sarai tu ad essere una risorsa per lui/lei); se non ci sono prospettive di guadagno, cerca altrove; se non ti insegnano la gestione del cliente, cerca altrove. Insomma, ricordati quanta fatica hai fatto per prendere la laurea, ricordati che tu ed il tuo lavoro avete un valore.
    Questo discorso presuppone ovviamente che tu ti impegni, però :P
     
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  5. Giurista anonimo
     
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    scusate io mi sono abilitato da poco ma questi studi che assumono a 1500 € al mese dove sono? non è una domanda retorica ma seria... inoltre per uno stipendio simile è necessario avere 110? perché io detto francamente non ce l’ho... purtroppo (gli errori di giovinezza poi si pagano a caro prezzo, questo come non aver studiato seriamente l’inglese)

    comunque grazie a chi risponderà
     
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  6. Andromeda3
     
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    Ciao :) Non credo di poter far nomi, ma io ti parlo di studi torinesi e milanesi. Lo so perché due amiche strette lavorano in due di questi studi e conosco il loro stipendio perché me l'hanno detto direttamente (oltre alle numerose esperienze di conoscenti praticanti). Conta che ci son anche studi che pagano quasi 4.000 € (in particolare, ti posso riportare l'esperienza di un mio amico che ha lavorato nella sede italiana e precisamente a Milano di un grosso studio americano).

    il 110? Molti studi guardano il voto di laurea, ma posso dirti per la mia esperienza diretta e mediata che no, non è necessario: considera che in qualsiasi studio ti chiameranno dovrai fare un colloquio, solo da lì capiranno di che pasta sei fatto. Dal colloquio, inoltre, CAPIRAI TU se è ciò che stai cercando o meno. Molti studi cercano il galoppino che gli vada a prendere il caffè o ritirare i vestiti in tintoria. Ricordati quanto hai sudato per guadagnarti il titolo universitario, non farti svilire da quegli studietti che pensano di fare i furbi: cerca un dominus o una domina che abbiano voglia di insegnarti e a cui tu possa dimostrare le tue capacità e la tua buona volontà.

    Ma quali errori di gioventù!!! Perché secondo te è il 110 che fa un avvocato con i controcosiddetti?! Ho parlato pochi giorni fa con un giudice proprio dell'argomento "110" e si è messo a ridere. Ti riporto (per quel che qui posso) l'esperienza di un mio professore, che oggi vanta tre studi legali dei quali lui è il dominus: Torino, Milano, Roma, titolare di cattedra, una caterva di pubblicazioni, consulente legale anche per il Ministero delle infrastrutture ecc. ecc.. Alla prima lezione del suo corso ci ha raccontato la sua storia da studente (non proprio quella di un secchione) e che è diventato avvocato a 30 anni. Altro esempio: una delle suddette care amiche è un 110 lode, bacio accademico, menzione d'onore e diritto di pubblicazione della tesi, oltre ad essere una ragazza molto studiosa, precisa ed intelligente: bocciata allo scritto dell'esame d'avvocato dell'altr'anno. Pensa la sua frustrazione a vedersi passare davanti dei 99, 100, 95 magari :D Vuoi che continui?
    Con ciò non voglio sminuire il 110, anche perché buona parte di chi ha conseguito questa votazione se la sarà pur meritata.
    Ti consiglio vivamente di respirare, tranquillizzarti ed andare avanti per la tua strada. È da dopo la laurea che i giochi cominciano davvero a diventare interessanti ed impegnativi.

    Quello che caldamente ti suggerisco è di cominciare un corso di inglese, ormai non vai da nessuna parte se non lo sai e resti nella media.

    Scusa le parole a volte un po' forti, ma ci son passata anche io e, considerando poi la realtà con cui mi son interfacciata dopo la laurea, ho capito che molte delle mie paranoie eran solo appunto paranoie (stupide) :)
    Spero di averti un po' rassicurato.

    In bocca al lupo e non mollare mai!
     
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  7. Giurista anonimo
     
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    Ciao, anzitutto grazie per avermi risposto! Il tuo discorso è molto condivisibile in sostanza non so però se lo sia anche formalmente. Mi spiego: che un 110 non sia sempre garanzia di qualità è la verità. O, per lo meno, specifico anche qui: è sinonimo di qualità (se sei stupido 110 non lo prendi) ma nella vita ci sono tanti tipi di qualità. C’è la qualità per fare (avvocato o magistrato), c’è la qualità per studiare (e allora sei più tagliato per la carriera accademica). Insomma non possiamo dire che una persona è brava in generale, per fare l’avvocato o il magistrato in modo ottimale la preparazione di diritto è sicuramente la base ma poi sono richieste altre qualità che magari un centodiecista non ha e chi ha avuto 100 invece si. Anche io ho visto gente bravissima all’università scontrarsi con il percorso post laurea. Così come a suo tempo vidi gente eccelsa a scuola che all’università ha faticato, quantomeno i primi tempi.


    Ma veniamo al dunque. Purtroppo viviamo in un mondo, quello giuridico, in cui i laureati sono tanti e la domanda di lavoro al cospetto è poca. Quindi è necessario che chi vuole assumere ponga dei requisiti in astratto perchè sanno che anche richiedendo 110 alla laurea, inglese perfetto etc etc ci sono centinaia se non migliaia di persone che hanno questi requisiti. Quindi ancora intanto mettono quei requisiti perchè tanto sanno che tra quelli uno valido lo trovano. Ergo il ragionamento che fanno è: non tutti i 110 sono validi, ma tra i 110 qualcuno valido troverò di certo. Per questo mettono questo requisito che a me già taglierebbe fuori in partenza. Per il resto come detto più volte condivido il tuo discorso.

    Ora ho 27 anni e mi accingo a studiare per magistratura ma con la chiara intenzione di darmi un limite di tempo (3 anni max). La domanda ulteriore che ti faccio, viste le tue esperienze con le persone che conosci, è se il fattore età è decisivo per l’assunzione in uno studio legale oppure anche a 30 anni o più avrei le stesse possibilità che ho ora a 27. Ed inoltre, altra domanda (perdonami lo stress ma te le faccio tutte ora per non spezzettare il discorso), quanto influisce la conoscenza della lingua inglese su una possibile assunzione?

    Cordialmente e grazie per l’attenzione
     
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  8. Andromeda3
     
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    Io non so in che città tu viva ma quella in cui abito ed esercito io ha visto nell'ultimo paio d'anni un brusco calo delle iscrizioni al registro dei praticanti: se vai al Consiglio dell'ordine e provi a cercare nel fascicolo dei CV dei praticanti troverai davvero pochissime richieste d'assunzione.

    Per le domande non ti porre alcun limite, ci sono passata anche io e ci passo ciclicamente in questo vero e proprio turbinio di ansia e stress da prestazione.
    La prima cosa che noto è il tuo estremo pessimismo verso il futuro lavorativo nel mondo del Foro; è comprensibile, dopo tanti anni passati a dare un esame dopo l'altro (io ne ho dovuti dare 41) in una facoltà come quella di giurisprudenza, rigida e rigorosa (almeno qua da me è così, complice anche la mentalità estremamente sabauda della città) e a non vedere mai la fine, insomma, il morale scende "sotto zero". Ma devi toglierti di dosso questa attitude e incominciare a pensare che: 1)non sarà il voto di laurea a compromettere il tuo futuro (FIDATI), se metterai volontà e pazienza in quello che andrai a fare; 2)devi cercare un obiettivo (anche solo a breve termine) e focalizzarti su quello; 3)trova uno spazio per guardarti intorno, nel senso di capire quali siano i tuoi interessi in questo campo (io per esempio sto portando avanti il filone intrapreso con la mia tesi) e se trovi una carriera che ti può interessare, cerca di capire quali sono i requisiti che ti servono per poterci arrivare; 5)io ti consiglio di imparare bene l'inglese... non si sa mai.
    La professione dell'avvocato e del magistrato (PM o giudice che sia) subirà delle modificazioni (se pensi che è previsto che più del 50% delle professioni tradizionali scomparirà per far spazio a nuovi tipi di lavori...), quindi, cerca di capire da che parte vuoi andare e non restare come un pesce lesso come fanno molti dei nostri colleghi praticanti.

    L'età... parliamo di 27 anni XD non di 45/50 senza esperienza. Il dominus/la domina che avrai davanti saprà benissimo cosa sta cercando e non credo gli/le interesserà che tu sia un praticante di 25 o di 27 anni se dimostri di essere quello che vuole lui/lei.

    Per quanto riguarda l'inglese, mi sento di rinnovarti il consiglio che ti ho dato: mettiti a studiarlo subito, magari non ti sarà utile adesso ma tra qualche anno sarà indispensabile... poi dipende a che livello vuoi lavorare.

    Ti racconto, infine, un episodio che mi riguarda: il primo post che scrissi qua sopra era proprio riferito alla carriera in magistratura; il mio sogno è e sarà sempre quello di poter fare il Pubblico Ministero. Ero terrorizzata all'idea che mettessero come sbarramento la sfilza di 30 negli esami principali e il 105 come voto di laurea. Mi hanno tranquillizzata dicendomi che, per ora, il concorso non prevede nessuno dei requisiti suddetti. Il mio voto di laurea è stato 104, per cui, per 1 punto non ho avuto l'accesso al tutorato in Tribunale. Amen. Tenterò il concorso per un'altra via (chissà). Ma ora mi son prefissata altri obiettivi a breve termine, tra i quali l'esame di Stato. Mi son fatta una tabella di marcia, sto seguendo delle conferenze che possono aiutarmi nella materia in cui mi voglio specializzare e altre cose ancora. Il tutto nella consapevolezza che, chissà, magari le cose andranno diversamente.
    Per cui, caro Giurista Anonimo, RELAX AND TAKE IT EASY: un passo alla volta. Credi in ciò che stai facendo, senza farlo per lo stipendio o per la carriera a tutti i costi.
    Vedrai che se sarà questo il tuo state of mind riuscirai a procedere un po' più serenamente. È un percorso duro, ecco perché devi essere psicologicamente stabile XD.
     
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    si è vero, c'è meno gente che fa pratica, confermo
     
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