Federalismo fiscale

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. seppietta
     
    .

    User deleted


    Il federalismo tra perequazione
    e principio di sussidiarietà Il dibattito avviato in questi giorni offre lo spunto per una panoramica sulle implicazioni del fenomeno nella Ue a 27
    Con l'entrata in vigore della legge delega sul federalismo fiscale (legge n. 42/2009) è stato, com'è noto, ridefinito, dopo circa otto anni dalla riforma del titolo V della costituzione, l'assetto dei rapporti tra centro e periferia e necessariamente abbandonato il sistema di finanza derivata attraverso il superamento del criterio della spesa storica in favore di quello dei fabbisogni standard. La nuova normativa fondata sulla standardizzazione dei fabbisogni risponde alla esigenza di implementare una maggiore efficienza nel processo produttivo della Pubblica Amministrazione attraverso una riallocazione equilibratrice di risorse dal Nord verso il Sud si inserisce in un più vasto programma di riconfigurazione amministrativa europeo avviato in area comunitaria con maggiore anticipo sotto l'influsso delle linee teoriche elaborate dalla letteratura economica classica (Musgrave, Oates, McLure, Bird) volto a delineare concretamente un per corso comune di rafforzamento del ruolo delle regioni (in particolare nei Paesi scandinavi) e di contenimento della parcellizzazione comunale.

    Il sistema impositivo di finanziamento nei singoli Stati Ue
    A distanza di un anno dalla presentazione delle caratteristiche peculiari del disegno federalista in alcuni Paesi europei vediamo quale applicazione hanno nei Paesi dell'Unione i criteri condivisi ed adottati dal governo e quale livello di crescita produca il sistema impositivo di finanziamento nei singoli stati tenendo conto delle peculiarità specifiche proprie della configurazione amministrativa territoriale di ciascuno di essi e delle tendenze verso la decentralizzazione sviluppate in Paesi di provata tradizione centralista (Francia, Grecia, Regno Unito).
    Le considerazioni che seguono vengono elaborate a seguito della pubblicazione Ocse regions at glance (2009), il Rapporto che mette in luce le modalità di attuazione della perequazione nella riparazione delle risorse attraverso l'ottimizzazione della politica economico-fiscale in accordo con quanto stabilito nella carta approvata dal Congresso del Consiglio d'Europa con cui i Paesi firmatari si sono impegnati a garantire ai propri enti territoriali una base legale per l'attuazione del principio di sussidiarietà correggendo la diseguale distribuzione del carico fiscale.

    Il modello della Gran Bretagna
    Dai dati forniti dall'Ocse si desume che l'effetto perequativo su cui si fonda il sistema federalista ha prodotto nell'ultimo triennio dati molto significativi determinando una vistosa riduzione delle disparità sia negli Stati a schema complesso (Regno unito, Paesi scandinavi) che in quelli che adottano meccanismi meno complicati.Vediamo, preliminarmente, il modello presente nel Regno Unito. Nel Regno Unito esistono schemi diversi di finanziamento delle spese in conto capitale, dell'edilizia pubblica e delle spese correnti. Il primo è un trasferimento di scopo che copre circa il 45% delle spese, distinto in una quota vincolata in base alle aree d'interesse del governo centrale e un'altra quota assegnata con formule di destinazione meno soggette a restrizioni sull'uso. Il secondo programma (formula Grant) non prevede alcun vincolo di destinazione e viene distribuito secondo una procedura nota come local government finance settlement recante un trasferimento specifico per finalità di ordine pubblico e per le forze di polizia. Il sistema è stato oggetto di ripetute rivisitazioni a partire dal 1990 fino al 2007

    Il sistema dei "quattro blocchi"
    Attualmente vige il sistema dei "quattro blocchi" in cui il computo dei bisogni relativi non riguarda le effettive necessità di spesa quanto una valutazione basata su una formula matematica dei fattori che influenzano il costo di fornitura dei servizi. Esso avviene dividendo le spese locali in sette categorie con sottocategorie definite in accordo con le autorità locali. Ciascuna di esse viene valutata separatamente da esperti e adattata poi alle differenze locali per rendere obiettiva la stima dei fattori d'impatto sulla spesa per ciascun ente, corretta per le differenze nei fattori produttivi. In questo modo il governo può indirizzare i fondi verso gli enti svantaggiati nell'offerta di una particolare funzione.

    Il gettito potenziale locale
    In un secondo momento viene individuato il totale da sottrarre al fabbisogno e cioè il gettito potenziale locale per ciascuna tipologia di ente. Inoltre ciascun ente riceve una allocazione aggiuntiva sulla base della popolazione residente. L'ammontare di tale "central allocation" viene determinato sulla base della differenza tra trasferimento e bisogno di spesa e viene assegnata pro-capite in ragione dei valori minimi stabiliti nelle fasi precedenti. Infine a ogni ente locale viene assicurato un incremento minimo garantito rispetto all'anno precedente calcolato per categoria di ente. Le unità che superano l'incremento ammesso finanziano quelle in deficit.



    Approfondimenti sul federalismo

    http://www.nuovofiscooggi.it/attualita/art...modelli-campo-1

    http://www.nuovofiscooggi.it/attualita/art...modelli-campo-2

    http://www.nuovofiscooggi.it/attualita/art...modelli-campo-3

    http://www.nuovofiscooggi.it/attualita/art...modelli-campo-4

    http://www.nuovofiscooggi.it/attualita/art...modelli-campo-5

     
    .
0 replies since 30/8/2009, 09:32   101 views
  Share  
.
Top